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Vittoria (RG)

Vittoria (RG), la città attraverso i suoi artisti

Foto: Rosalba Amorelli; Testo: Beatrice Cinnirella

“Benvenuti a Vittoria, città delle primizie!” Questo è il saluto che la cosiddetta Città del Sole offre a chi la visita. [CONTINUA DOPO LE FOTO]

Vittoria è situata in una delle più vaste pianure della Sicilia, delimitata dai fiumi lppari e Dirillo, che fu definita dai greci Plaga Mesopotamica Sicula. È il più giovane centro della provincia di Ragusa e nasce il 24 aprile 1607, per volontà della contessa Vittoria Colonna Henriquez-Cabrera. Si racconta che, nel 1591 la nobildonna, facendo un giro a cavallo, ai piedi dei Monti Iblei, vide un quadro di bellezza naturale, un “serpente” lunghissimo dipinto tutto di verde, era la Kannavatala canna che cresceva e cresce ancora rigogliosa lungo il corso del fiume Ippari. Vide anche un giardino di ginestre fiorite, mandorli e vigneti con dei colori dell’arcobaleno che a perdita d’occhio arrivavano fino al mare – era la piana dove poi nacque la città di Vittoria. Ella vide anche l’uomo che in primavera raccoglieva frutti meravigliosi provenienti dalla Valle dell’Ippari, per non parlare dell’uva e del vino… Non è un caso che Vittoria sia la patria del famoso Cerasuolo DOCG e del pomodoro ciliegino.

Le sue strade a scacchiera e il suo patrimonio artistico rivelano la giovane età; lo stile liberty dei suoi palazzi e delle sue case rappresenta un raro esempio di eleganza e raffinatezza. I monumenti principali sono: il teatro comunale Vittoria Colonna, costruito in stile neoclassico con un doppio ordine di colonne, dorico all’ingresso, ionico nella loggia superiore, e definito nel 2005 dall’UnescoMonumento Portatore di una cultura di Pace”; la chiesa madre di San Giovanni Battista, che nelle sue tre navate richiama lo stile barocco; e la chiesa Santa Maria delle Grazie, che sorge a fianco del teatro comunale, affacciandosi direttamente sulla piazza principale. All’interno di questa basilica si possono ammirare quattro dipinti ovali con le figure della Charitas, della Fides, della Spes e dell’Obedientia. Nel cuore del suo centro storico, oggi denominato il Quartiere degli Artisti, si trova il castello Colonna Henriquez, che fu carcere per i briganti della zona. Oggi è sede dell’enoteca  e  associazione “Strada Vino del Cerasuolo di Vittoria”, impegnata nella promozione del territorio e delle sue eccellenze. Passeggiando alla scoperta della città del sole si incontra il Calvario, un tempietto di forma circolare costruito nel 1859. Ospita una cappella adornata da affreschi e costituita da otto colonne che reggono una trabeazione circolare chiusa da una cupoletta. Ogni anno vi si celebrano le solennità del Venerdì Santo, che richiamano fedeli da tutta la provincia di Ragusa.

Vittoria però non è solo delizie e arte, ma anche artisti e poeti che la vivono e la amano, ne conoscono gioie e dolori e le esprimono nelle loro opere.

“Viva Vittoria, viva i vitturisi; viva San ‘Gghiuvanni ca eni u Santu i stu Paisi” (Viva Vittoria, viva i vittoriosi; viva San Giovanni che è il santo di questa cittadina). Giovanni Virgadavola, nella sua Vittoria e Vitturusi, loda il suo paese. È un cuntastorie, contadino e poeta dialettale, che ha creato la Serra-Museo in contrada Menta in territorio di Santa Croce Camerina (RG). «Sugnu veramenti ri Vittoria e vuogghiu purtari avanti u dialettu pi fari apprezzari l’abbitudini re viecci abbitanti»  (sono un vero vittoriese e porto avanti la tradizione dialettale della mia città per far apprezzare alle future generazioni il senso autentico delle antiche tradizioni). La sua passione per la cultura contadina inizia con la raccolta di canti, poesie, detti popolari, proverbi siciliani che sono stati tramandati dai contadini vittoriesi. « Vittoria nasciu ro sururi re so abbitanti cuntatini. I Vitturisi su vuluntariusi e nuns’arriennunu mai!» (Vittoria nasce dal sudore dei suoi contadini. I vittoriesi sono volenterosi e non si arrendono mai),  afferma orgoglioso.

Michele Nigro, invece, è un pittore. Ama le cromie “mediterranee” ed esprime le contraddizioni del suo universo interiore attraverso il colore. In un quadro ha dipinto la vallata dell’Ippari in fondo alla quale si scorge una piccola casa senza tetto, illuminata dal sole mattutino. Da quelle quattro mura “sgarrupate”, per lui, è nata Vittoria. «È l’estrema sintesi dell’origine della mia città», spiega, mentre mostra la sua opera. «Quando la mattina vado a bere il caffè è bellissimo: cammino per i vicoli, guardo i palazzi, i raggi del sole si infrangono sulle case e creano un effetto magico; con gli amici e conoscenti che incontro l’atmosfera è colloquiale e semplice. Tutto questo per me rappresenta un momento di puro godimento» Nonostante l’amore per la sua città, Nigro spiega come, essendo una città giovane, Vittoria abbia bisogno di gente propositiva e stimolante che la valorizzi e che crei i giusti presupposti per far innamorare di essa chi la visita. Per lui «bisogna lottare costantemente contro il pregiudizio di chi spesso dice: ma cosa vuoi cambiare?». Parla di passione individuale con cui ogni singolo può fare molto e di quanto sia importante porre lo sguardo altrove per poter comparare la propria realtà con la miriade di altre realtà, in modo da poter assorbire ciò che c’è di buono fuori e «portarlo a casa nostra».

Per Francesco Iacono, che si può definire artista dell’immigrazione, la posizione pianeggiante, lo sguardo rivolto verso il mare, il sole che accarezza dolcemente e le primizie della sua terra rendono Vittoria una gioiello di valore inestimabile. È pittore e artista a tutto tondo e i suoi lavori ritraggono gli avvenimenti socio-culturali ma anche alcuni fenomeni che accompagnano l’esistenza umana. Con una lieve nota critica spiega che Vittoria «Potrebbe essere la città perfetta….se solo i suoi abitanti la amassero e la rispettassero un po’ di più, ne apprezzassero la bellezza e prendessero a cuore le sue necessità».

Anche Rosalba Amorelli dipinge e ha partecipato a numerose mostre estemporanee e collettive. Si è laureata in Scenografia all’Accademia Mediterranea di Belle Arti di Ragusa e ha spinto la sua arte fino alla fotografia e spazia dal ritratto alla foto di spettacolo, a quella di paesaggio. Nella gallery che ha realizzato per questo servizio si è cimentata anche nella fotografia architettonica e street. Nella sua descrizione di Vittoria si intravede la speranza per un rinnovamento già in atto, la definisce una bella signorina, ancora un po’ acerba: «c’è ancora tanto da fare perché diventi una “vera donna”. Credo che chi sceglie di rimanere qui e non emigrare abbia quasi il dovere morale e civico di fare qualcosa per aiutarla ». Per questo considera una vera conquista le botteghe degli artisti locali che gradualmente si stanno insediando nelle vie del centro storico e con energia positiva stanno riempiendo il vuoto culturale che si insinua pian piano in ogni città moderna. «La valorizzazione è l’unico strumento utile per rendere Vittoria il palcoscenico ideale per i suoi abitanti».

La testimonianza dei suoi concittadini, il loro estro, il loro forte desiderio di riscatto rappresentano la conferma che Vittoria è una città capace di partorire cultura e talenti. Scoprirla significa scoprire i suoi abitanti e la loro arte, significa conoscere quel contrasto fondamentale che la contraddistingue, l’oscillazione fra la diffidenza e l’amore verso tutto ciò che è fonte d’ispirazione e di crescita umana. ©Beatrice Cinnirella