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Attica, Beozia e Focide

Attica, Beozia e Focide: in viaggio sulla macchina del tempo

Testi di Mario Fracasso; Foto di Mario Fracasso e Diego Funaro

A distanza di un anno esatto dal primo reportage, DirezioneItalia riprende a viaggiare in Grecia. Da Atene arriveremo a Delfi, attraversando l’Attica e la Beozia, descrivendo i luoghi della periegesi di Pausania, storico e geografo del II secolo d.C.

Mario Fracasso - Violino

Pausania viaggiò a lungo nella penisola ellenica e, ovunque si recasse, descriveva ciò che vedeva. Parlava della storia dei luoghi, al limite tra realtà e mitologia, delle tradizioni, della cultura e delle persone incontrate, inserendo considerazioni personali e indicazioni per i futuri viaggiatori. In pratica, fu il primo a scrivere una vera guida di viaggio, antenata, se vogliamo, delle attuali Lonely Planet e Rough Guide o delle ottocentesche Beadeker.

In un certo senso Pausania fu anche il primo reporter di viaggio della storia. Nel II secolo d.C. la Grecia era parte dell’Impero Romano e stava vivendo una sorta di “autunno dorato”. Si costruivano nuove città e monumenti ma l’epoca della grande fioritura classica era finita e da secoli si viveva un periodo di lento declino. La popolazione diminuiva, le città venivano abbandonate e gli antichi edifici andavano in rovina. Pausania descrive esattamente ciò che incontra: la bellezza ma anche la decadenza di questo periodo.  ©MarioFracasso

Attica, Beozia e Focide: in viaggio sulla macchina del tempo

Una grande strada statale oggi connette velocemente Atene e Corinto. Ma quando James G. Frazer nel 1900 viaggiava per primo sulle tracce di Pausania l’unico passaggio era quella del Passo Scironio, definito dallo storico romano come la via Mala, per la scomodità e il pericolo di essere attaccati dai briganti. A volte le coincidenze sono in grado di sorprendere: l’unico inconveniente durante la nostra moderna Periegesi si è presentato proprio percorrendo questa via. Ma forse non è stato un caso.

Così ripenso alle parole professor G.D.R. Sanders, della Scuola Americana di Studi Classici di Atene, che spiegava come le descrizioni di Pausania fossero accurate e dettagliate e quasi sempre attualmente riscontrabili. Immerso nei pensieri, viaggio indietro con la mente, vado verso Atene e la immagino durante il V e  IV a.C., al tempo dei filosofi, degli scultori e della pura democrazia. Quando mi sveglio mi ritrovo immerso tra templi e statue, sembra veramente di essere tornati ai tempi di Pericle, Fidia, Zenone e Aristotele: sono nell’Acropoli di Atene. E allora mi rendo conto che sto veramente viaggiando indietro nel tempo. Continuo verso Capo Sunio e il suo tempio di Poseidone (V sec a.C.), poi il Pireo, il porto della capitale fin dai tempi più antichi. Li c’è l’imbarco per l’isola di Egina. Sul traghetto realizzo come parte della Periegesi fu fatta a bordo di barche e come Pausania dovesse affidarsi molto all’aiuto delle persone che lo accompagnavano e delle guide locali. Allora provo a immaginare i loro volti, le loro storie e li rivedo in tutti i greci che mi aiutano a seguire le tracce dello storico romano. Con i loro baffi, le loro barbe, la loro curiosità e il loro entusiasmo. Mi indicano il Monte Pentelico: qui fin dall’antichità veniva estratto il marmo per le sculture e i monumenti più importanti, come il Partenone, e ancora oggi sul monte è attiva una moderna cava che produce materiali per i progetti di restauro dell’Acropoli di Atene. Per raggiungerlo la strada passa ancora per la capitale: una buona scusa per vistare i suoi musei principali, il Museo Nazionale e il Museo dell’Acropoli. 42,195km a nord est di Atene c’è Maratona. Da qui, nel 490 a.C., il soldato Filippide  partì per raggiungere Atene e annunciare la vittoria contro i Persiani. Dopo i fasti dell’Olimpiade di Atene 2004, il luogo è stato trascurato e l’unico ricordo di quell’evento sono murales scoloriti e una targa in un piazzale. In qualche modo quella odierna è una situazione molto simile a quella osservata da Pausania: un grande passato dimenticato da un governo lontano e imposto, incapace di sfruttare le risorse locali. Oropos è situata 40 km a nord ovest di Maratona. Di sera gli scavi sono lasciati incustoditi e nel buio la luce delle stelle illumina i marmi del santuario di Anfiarao (IV sec. a.C.). Lo spettacolo più affascinante lo riserva, però, l’alba sulla spiaggia di Aulide: il rosa e l’azzurro tingono una scena colorata a pastelli. Chissà come appariva questa spiaggia ai tempi di Achille e di Ulisse? Qui si radunarono tutte le navi greche in attesa di salpare verso Troia ed Agamennone fu costretto a sacrificare ad Artemide sua figlia Ifigenia. La Periegesi prosegue nella Beozia. La thòlos del Tesoro di Minia ad Orcomeno (VIII-VI a.C.) e la statua del Leone di Cheronea (IV sec. a. C.), sono due monumenti già descritti lungo nella Periegesi. Ma Pausania racconta anche dell’Oracolo Trofonio a Livadia, una grotta lungo il corso del fiume Erkinas, il quale, dopo aver attraversato delle strette gole, scorre placido tra le vie del paese. Prima di entrare nella Focide, l’ultima unità periferica del nostro viaggio in Grecia, una deviazione obbligata va fatta per controllare l’ennesima citazione della nostra fonte: Tithorea. Oggi è un piccolo paese di poche anime, ma conserva intatte parte delle mura ciclopiche che la difendevano in antichità. Secondo Pausania, Delfi distava da qui circa 80 stadi (15km). Bisognava, però, scavalcare il passo sul Monte Parnaso. Lo spettacolo che riserva la cima vale la scomodità di una strada difficile e accidentata: camminando tra le nubi e la nebbia il panorama riempie l’animo e l’aria è intrisa di un senso di divino. Discendendo si arriva velocemente a Delfi, sede dell’oracolo del Dio Apollo, a cui era dedicato uno dei santuari più importanti del mondo antico e considerato una sorta di “ombelico del Mondo”. Il tempio di Atena, quello di Apollo, la Via Sacra con i Thesauros degli Ateniesi e dei Sifni, il teatro, lo stadio: tutto è descritto nel X libro della Periegesi di Pausania. E anche le statue non sono trascurate. Una trattazione a parte è dedicata all’Auriga, una scultura bronzea a grandezza umana, datata al 475 a.C.  I turisti si muovono osservando i reperti e tra un flash e l’altro mi rendo conto di essere arrivato all’ultima pagina del mio viaggio. Risalgo a bordo della “time machine” e guido in direzione Patrasso, verso il ritorno alla nostra modernità. Sul sedile posteriore sono sparsi i fogli dell’itinerario del primo reporter della storia, le pagine dei passi più interessanti della sua Descrizione della Grecia, diverse carte stradali della penisola, una guida turistica attuale e il libro di Frazer, Sulle tracce di Pausania. Un pensiero mi accompagna: da sempre l’uomo ha avuto il bisogno di spostamento e anche quando da nomade è divenuto agricoltore il bisogno è rimasto latente. Il poter viaggiare, vedere luoghi nuovi, umanità diverse dalla propria, scoprire la storia e le culture sono solo rimedi al malessere dato della sedentarietà. Così anche i Romani avevano bisogno di essere turisti e la meta preferita da chi poteva permetterselo era la Grecia. Pausania per primo assecondò questo bisogno, creando un’opera che fosse al contempo una guida per viaggiare nella penisola ellenica ma anche un rapporto sulla contemporaneità di quella terra. ©MarioFracasso